martedì 2 marzo 2010

Naming

Oggi racconto una storia senza lieto fine.
Quella di una stageur che passa tutta la giornata a cercare il nome giusto, senza riuscirci.

Non entro nello specifico, ma avevo bisogno di un nome per un forum che dicesse:
 "qui puoi trovare informazioni su questo argomento e questo argomento andrebbe fatto cosi".

Un esempio stupido: voglio fare un forum che permetta lo scambio di informazioni sui gelati al gusto limone e che dica che non bisogna mangiarne troppi altrimenti l'acido citrico contenuto nel limone ti rovina i denti.
Bene. Capito.
Ora però diciamo tutto questo con al massimo due parole, il cui dominio internet, nella estensione a noi, interessata è libero.

Questa operazione si chiama naming.
Letteralmente, chiamare, dare un nome.
Naming è anche scegliere ex novo il nome di un'azienda, o di un prodotto.  

Deve essere efficace: evocare, esprimere un'identità, essere breve e facile da ricordare e da pronunciare, costruito in modo che si possa affiancare ad un logo o che comunque nella sua formulazione non impedisca ulteriori sviluppi futuri.

Quando pensate di aver trovato il nome giusto, dovete mostrarlo al cliente.
E sperare che al lui piaccia.

Io non ci sono riuscita.
Ma pazienza. Riproverò domani.   

lunedì 1 marzo 2010

Headline

In una campagna stampa la headline è un po' come "la voce" che accompagna le immagini.
E' quella parte di testo che comunica con forza il messaggio, costruita per attirare l'attenzione.

Oggi il mio compito è stato trovare questa voce e darle le parole giuste.

Capire chi fosse la persona più adatta a parlare non è stato semplice: puoi rivolgerti al target di riferimento, oppure al soggetto della campagna.
Per esempio: una pubblicità di abbigliamento per bambine può decidere di far parlare la mamma, la figlia, o magari tutto e due.
E poi capire con che tono far parlare questa voce.
Su quali elementi spingere.

Si tratta ovviamente di trovare il giusto equilibrio tra questi elementi, l'obiettivo del cliente e le immagini scelte.

E' una cosa complicata.
Soprattutto non è facile provare ad essere originali.

Per me è stato come un parto, un processo di avvicinamento graduale.
Durato svariate ore e tentativi.
Quindi: dalle immagini sono arrivata all'approccio.
Dall'approccio al soggetto.
Dal soggetto al tono.
E poi finalmente alla voce.

Domani, insieme ai bozzetti, la mia idea arriverà al cliente. 
E' lui che sceglie. E quindi, ha sempre ragione. 

domenica 28 febbraio 2010

Lunedì

Domani è lunedì, un'altra volta.
Inizia la mia seconda settimana.

Mi sono riposata a sufficienza? Non credo.
Ma per un copy, dicono, non c'è tregua.
Dicono debba essere immerso nel mondo e parlare con la gente.
Dicono debba guardare film, leggere libri e ascoltare sempre musica nuova.
Dicono debba stare su Facebook per capire come funziona e in giro sulla Rete a guardare quello che fanno gli altri.

E' tutto giusto. Sacrosanto.
Ma se insieme a questo il copy deve pure pensare e scrivere, quindi lavorare, dove si trova il tempo?

Chiederò ai miei amici IT se esiste un'applicazione per dilatare il tempo.
O per scaricare nuove informazioni direttamente nel mio cervello.